The night is young like us.

Grimmjow x Ichigo [Discoteca]

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    urusei, usuratonkachi.

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    Cos'è? Un appuntamento? Insomma, qualcosa di simile? Si può vedere come tale? Stamattina già ci aveva ripensato trovando una serie infinita di lati negativi, nella cosa. In primis tra tutti, il proprio orgoglio di Espada che va brutalmente a farsi fottere se qualcuno dovesse riconoscerlo ad uscire con uno Shinigami. Ma del resto, non c'è più nessuno in vita che potrebbe farlo, no? Beh, non è questo, lui lo sa, è abbastanza. Ce n'erano anche altri, troppi, tutti dimenticati nel momento in cui ha visto Ichigo pronto per uscire con quel suo sorriso a illuminargli il viso. Che magari nemmeno c'era, ma Grimm l'ha visto lo stesso, forse comincia davvero a immaginarsi le cose. Che brutta storia. Ha ascoltato per tutto il tempo il rumore dell'acqua quando è andato a farsi la doccia, le fantasie che sono scaturite lo hanno obbligato ad andare a infastidire Kon per cercare di non pensarci, povera piccola Anima Modificata. Ormai è andata, comunque. Sono all'interno di quel locale nel peggior quartiere di Tokyo. La musica gli trapana le orecchie, non s'immaginava un tale trambusto e più di un tipo ha rischiato di vedersi cadere tutti i denti per aver posato gli occhi sul testolina arancione che è con lui. Ed è stata proprio quella testolina arancione a frenarlo dall'iniziare una rissa. Si trova nei pressi del bancone, appoggiato ad esso con un gomito, il fronte rivolto alla pista dove tutti si stanno scatenando. Nella mandritta stringe il terzo o quarto drink della serata, ma la botta non gli è ancora salita e sembra lontano dall'accusare una sbronza. < Quella, quella non ha un bel culo? > domanda all'altro, additando una tipa bionda in mezzo alla calca che si muove completamente scoordinata. Palleggia gli occhi tra il suo fondoschiena e il viso dello Shinigami. I capelli azzurri spiccano nell'oscurità generale, spezzata dalle luci stroboscopiche. Sono stati fissati con la cera ma hanno comunque un tono completamente spettinato. Al busto si stringe una canottiera nera che gli delinea tutti i muscoli del torace lasciando alla fantasia un compito molto scarso. Le gambe sono coperte da un paio di pantaloni verde militare, larghi e comodi, con una serie di tasche sul laterale esterno della gamba destra. Sono infilati in degli anfibi neri, portati slacciati, alti fino al polpaccio, dal taglio pesante. Passa tutt'altro che inosservato.

     
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    E c'era quel sorriso, eccome se c'era! Forse mantenuto anche per celare lo sbalordimento nel vederlo in vesti diverse dal solito. Ma ha saputo in qualche modo trattenersi dal gettarglisi letteralmente addosso, e per questo ringraziamo anche il suo autocontrollo che ogni tanto decide di funzionare. Diciamo che questo è quello che più si avvicina ad un appuntamento, anche se Ichi non riesce ad ammetterlo quanto non riesce a credere che l'altro realmente possa avere un qualche interesse verso di lui. È abbastanza ottuso, sì. Non ha notato i sguardi diretti a se nel momento in cui sono entrati, era occupato a fulminare le donzelle che puntavano verso Grimm, non sa perché lo abbia fatto, ma il solo vedere l'interesse che scaturisce in altri gli fa venire l'orticaria. Lo fiancheggia lì, vicino al bancone, con la schiena poggiato su di esso, un drink agli sgoccioli dimenticato lì ed entrambe le mani infilate nelle tasche dei jeans. Jeans di un blu scuro, fin troppo aderenti e che indossa in poche occasioni, una maglia a maniche corte di un bordeaux spento, che ricade morbida lungo i fianchi e quest'ultima coperta in gran parte da una camicia mantenuta slacciata, anch'essa a mezze maniche, di un grigio chiaro che spezza l'assenza di colori accessi - fatta eccezione per i capelli che ovviamente fanno sempre la loro parte - ai piedi porta un paio di scarpe da ginnastica in tela, grigie e dalle cuciture nere. In effetti entrambi non passano inosservati, Ichi più che altro per il colore dei capelli, Grimm non solo per quello. La mancina si sfila dall'interno della tasca, per poi voltarsi appena ed allungata verso il bicchiere in vetro che porta alle labbra, manda giù la scolatura inumidendo anche le labbra subito dopo, il bicchiere lo ripone sul bancone lanciando uno sguardo al barman ed al quale fa un cenno con il capo, come a dirgli di versargliene un altro. La voce di Grimm, nel bel mezzo di quel caos, richiama la sua attenzione, lo sguardo si sposta da lui alla ragazza che va ad indicare, la scruta con lo sguardo, per poi piegare il capo di lato ed emettere un ghigno. " non ha nemmeno l'equilibrio per reggersi in piedi. " commenta freddo, gelido. La voce gli esce fuori come spuntoni di ghiaccio, no non è stata una grande idea la discoteca.

     
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    urusei, usuratonkachi.

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    Non è stata un bella idea? E' stata un'idea grandiosa! Nessuno dei due si è accorto degli scatti di gelosia dell'altro, e beh, tanto meglio per Grimm che ancora non ammette a sé stesso l'idea che quella capoccetta arancione possa interessarlo in una maniera che non credeva possibile. Ma in quel posto nessuno li conosce, per questo l'Espada è più rilassato. Non ci si vede neppure tanto bene, con tutte quelle luci che sparaflashano gli occhi e stordiscono non poco - per non parlare della musica a un livello non umanamente sopportabile. Forse proprio per tutto quel casino, per la lucidità che un po' lo sta abbandonando, è più sciolto, non rigido come in pieno giorno. Quando negherebbe anche di averci dormito, con lui, figuriamoci di averlo abbracciato. Ma in fondo.. è chiaro chi è che ha il coltello dalla parte del manico, tra loro due. Ichigo. Ichigo che se aprisse bocca e gli chiedesse la luna Grimm partirebbe per portargliene un pezzetto da tenere sul comodino. E' quel dannato Kurosaki che tiene in mano il suo guinzaglio e per quanto non lo ammetta ne è pienamente cosciente. Lo guarda di sottecchi, scrutando il suo profilo illuminato a tratti dalle luci intermittenti e colorati che si riflettono nei suoi occhi. Rimane a guardarlo anche quando gli risponde sulla tipa additata poco prima e il tono gelido che riesce a percepire lo fa sorridere, si mette a ghignare nella semioscurità, perché quella è una conferma. Non ribatte subito, ma si porta il bicchiere alle labbra e beve l'ultimo sorso di quel drink verdognolo che non sa neppure cos'è. Manda giù, poi lo riposa sul bancone, facendo tintinnare il ghiaccio all'interno. Dopodiché si allunga verso di lui per tentare di raggiungere il suo orecchio con le labbra. < Allora fammi vedere cosa sei capace di fare tu. > è sulla sua pelle che respira un paio di volte, attendendo di vederlo scostarsi da quel bancone per gettarsi nella mischia. Okay, è plausibilissimo che la botta stia cominciando ad arrivargli al cervello, avoglia, tant'è che continua a sorridere. < Sai fare di meglio? > continua a istigarlo, facendo passare un braccio dietro la sua schiena, all'altezza dei reni, per cercare di posare la mano sul suo fianco opposto e farla scivolare poi lungo il femore.

     
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    in effetti l'atmosfera della discoteca per Grimm potrebbe essere anche un motivo in più per rilassar lo, ma lo stesso non vale per Ichi, non ama molto quel tipo di luogo, tanto meno la gente che lo frequenta abitualmente, ma non poteva nemmeno lasciare che l'altro ci andasse da solo, a parte il fatto che se non ci fosse stato avrebbe già iniziato più di una rissa, figurarsi! Vai a spiegarglielo il motivo ora. Le dita rimangono a coprire gran parte del bicchiere, che poco dopo come richiesto gli viene riempito nuovamente, è il terzo forse e solitamente regge anche abbastanza gli alcolici, ma non beve spesso e questa per lui è una grande pecca! Speriamo solo che riesca a gestirlo, almeno per stasera. Gli occhi si scostano dalla bionda per poter deviare su Grimm, gli lancia uno sguardo veloce, prima di donare l'attenzione al bicchiere pieno che porta alle labbra per rubarne una buona sorsata. Lo mantiene poi sospeso a mezz'aria mentre una nuova 'canzone' riempie la stanza ed un piedino di conseguenza prende a battere la punta a terra, seguendone il ritmo. Non gli dispiace ballare, e nemmeno è un ciocco di legno, seppur non sia un professionista. Ma la musica passa in un istante in secondo piano, quando la voce di Grimm gli perfora l'udito lasciandoci su anche il respiro, caldo. Un brivido gli fa quasi venire la pelle d'oca, gli occhi saettano in sua direzione quando s'avvicina per riprendere a parlare; il contatto della sua mano dietro la propria schiena poi, fino a raggiungere il fianco; lo fa quasi sciogliere, improvvisamente. Prende un respiro, mantenendo l'aria per qualche secondo, prima di lasciarlo andare e socchiudere gli occhi. " okay. " conferma, prima di riportare il vetro del bicchiere alle labbra e mandare giù tutto in un sorso il resto di quel drink. Lo sente scendere lungo l'esofago, prima che il petto sembri prendergli fuoco, fuoco che si adatta alla situazione che si è venuta a creare. Il bicchiere viene posato di nuovo sul bancone, vuoto e senza richiedere un altro allunga la mano su quella che l'altro ha poggiato sul proprio fianco, tentando di afferrargliela. " ma tu vieni con me. " termina quella frase, prima di tirarlo dietro di se per spingerlo a seguirlo nel bel mezzo della pista, o almeno ci prova.

     
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    No, no, non possiamo lasciare Grimm da solo in posti simili. Ha un caratterino esplosivo, la Pantera, a quest'ora probabilmente avrebbe già sterminato tutti e del locale sarebbero rimaste solo le fondamenta - nel migliore dei casi, s'intende. Sei bello, Ichi. E Grimm glielo direbbe, glielo direbbe eccome. E' proprio sul punto di farlo, tanto che apre nuovamente le labbra per potersi far uscire quella confessione ma l'altro lo blocca riprendendo a bere. Per questo le richiude, in stile pesce sott'acqua e devia lo sguardo altrove, non soffermandosi su niente in particolare. Deglutisce e si morde la lingua, si sente come dentro a una boccia - tanto per rimanere in tema. Quello è l'alcool, Grimm, vai tranquillo. Lo capisce a scoppio ritardato e si risveglia quando sente nuovamente la voce del tipetto affianco. Segue i suoi movimenti, poi si lascia stringere la mano e lui va a fare altrettanto, arpionando la sua nella propria. Inclina lateralmente il capo a quel comando e un angolo delle labbra prende a salire nuovamente verso l'alto. < Era scontato. > rimbrotta, distanziandosi dal bancone con una botta di reni per seguirlo in mezzo alla calca di gente ubriaca e sudaticcia. Lo segue fino al centro, dove proverebbe a strattonarlo appena per fermare la sua avanzata e tirarlo a sé. E' stordito e confuso, se fosse in sé si prenderebbe a calci, ma questo è un altro discorso. Ora fa quello che il cervello - brillo - gli dice di fare. Allungherebbe le mani ai suoi fianchi, facendo aderire i loro corpi per mantenerli a stretto contatto, dopodiché prenderebbe a muoversi a ritmo trascinando con sé l'altro. Impara in fretta, Grimm. E ha avuto diverso tempo per imparare come muoversi la dentro. Non bada a chi lo guarda, ha occhi solo per Ichigo con un sorriso divertito stampato in faccia. < Mi vendicherò, lo sai, Kurosaki? > proferisce, dovendosi allungare col volto nuovamente al suo orecchio per farsi sentire. Mollerebbe il suo fianco per far risalire la mano fino al suo petto, in corrispondenza del cuore. < Mi prenderò la tua vita.. oh, puoi giurarci che me la prenderò.. > biascica ancora, respirandogli sulla pelle e accarezzandogli il lobo dell'orecchio con le labbra mentre con l'altra mano andrebbe a stringere il suo fianco per mantenerselo ben incollato addosso.

     
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    Appunto, non sarebbe stato proprio il caso di lasciarlo da solo. È anche per questo che si trova lì, già non è l'unico motivo, anzi forse è solo il secondo. La verità è che nel momento in cui ha pensato che l'altro si sarebbe ritrovato da solo in quel luogo, con tutte quelle persone alla sua mercé, si è sentito avvampare. Prima o poi magari capirà qual'è il nome di quella sensazione, purtroppo Ichi non è esperto nel campo, veramente non gli è nemmeno mai capitato di provare sensazioni simili. La sua vita fino a qualche mese fa è stata completamente movimentata e puntualmente in pericolo, figurarsi se aveva tempo per cose simili! Per di più al momento si trova a stretto, strettissimo contatto, con colui che se ci fosse riuscito lo avrebbe ucciso. Il proprio corpo aderisce completamente al suo, viene strattonato per piombare tra le sue mani, e sarà per la musica, per i drink o per la luce soffusa, ma tutto ciò lo fa stare bene. Sente la pelle andare letteralmente a fuoco, quasi gli manca l'aria. I piedi iniziano a muoversi a ritmo di musica, seguendo lui che ha capito in poco tempo come funziona. Là dove la sua mano si posa, all'altezza del fianco, potrebbe giurato che ci troverà una vera e propria scottatura, ma non ha importanza ora. Sente le sue parole che in un altro momento probabilmente gli sembrerebbero una minaccia, ma non ora, non ha la lucidità giusta per poter gli dare eccessiva importanza. Ma non è solo per l'alcool, non solo per quello almeno, è anche il suo respiro che nel giro di poco diventa per Icchy una specie di droga. Sorride, sorride come poche volte ha fatto prima, e le braccia si allungano poi, verso il suo collo per intrecciar si dietro quest'ultimo ed allungarsi sulle punte per raggiungere il suo. " fallo. " sussurra, prima di tornare con le piante a terra ed aderire maggiormente - se possibile - a lui, come volesse diventare una cosa sola.

     
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    Ah, ma tranquillo, Icchy. Non sei il solo a non capire cos'è che sta succedendo. Lo stesso Espada fino a quel momento non è che abbia avuto molto tempo per lasciarsi andare a simili intrattenimenti. La sua esistenza era incentrata sul: divora gli altri prima che gli altri divorino te. Non aveva tempo per pensare a una compagna, o un compagno. Non che un Arrancar sia portato di natura a provare tali sentimenti. Quindi, nel campo esperienza zero nonostante abbia avuto diverse avventure da una notte e via - e a Las Noches le notti durano a lungo, eh. Fatto sta che ce l'ha addosso e lo minaccia di morte, così, giusto per mantenere alta la tensione. Ma se anche volesse, non ci riuscirebbe, perché non è abbastanza lucido per farlo e non è nemmeno sicuro di ciò che gli sta uscendo dalla bocca se proprio vogliamo essere fiscali. Però tutto sommato è pacioso, a parte una certa frenesia che non riesce a nascondere ora che l'alcool gli è entrato in circolo. Gli piace, non sa bene perché, ma gli piace. Gli piace sentire i suoi movimenti combaciare con i propri, gli piace sentire il suo corpo così vicino, gli piace sapere che quelle non sono attenzioni definite "normali". Un Espada e uno Shinigami che si aizzano a vicenda non è una cosa da tutti i giorni, eh. Si sente meglio quando gli getta le braccia al collo, forse perché non si aspettava che lo facesse davvero. Non si aspettava neppure che accettasse quella mezza proposta di uscire buttata li senza capo né coda, una vera figura di merda. Il sussurro che Ichigo lascia al suo orecchio gli si infila sotto pelle e si trasforma in brivido che gli attraversa la colonna vertebrale. Il sorriso ormai è stabile e fisso sul volto della Pantera, non riesce proprio a liberarsene. < Qui? No.. ci vedrebbero tutti. Lo farò quando saremo soli.. > roba che i doppisensi non sono mai stati così inequivocabili. Socchiude gli occhi e fa scivolare entrambe le mani sulla sua schiena, della serie che Ichigo sparisce, letteralmente. < Sei sempre stato così piccolo? > beh, non che la cosa effettivamente gli faccia schifo, chiariamoci. Per un attimo la fronte dell'Espada si corruga, osservando l'altro dall'alto.

     
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    Diciamo che entrambi al momento non sono completamente in se. Per di più scolare quasi un intero drink tutto insieme non è stata un'ottima idea, non sa dirlo con certezza, data la situazione, ma sembra che il cervello inizi a vagare per i cavoli suoi, tanto da incitare anche l'altro ad attuare quella minaccia di poco prima. Probabilmente domattina - se si ricorderà qualcosa - se ne pentirà amaramente. Sempre se ci arriverà a domattina eh. Continua a muovere i piedi a ritmo di musica, senza distanziarsi troppo da lui, gli occhi nocciola sono completamente immersi nell'azzurro più puro dei suoi. Le labbra si schiudono appena, mentre la sua voce arriva amplificata, sorride a quel l'affermazione piegando anche il capo di lato. " e da quando ti importa della gente? " domanda con un pizzico di ironia, inarcando anche un sopracciglio e sciogliendo per un attimo l'intreccio delle dita dietro al suo collo, per poter così portare la destrorsa tra le ciocche azzurre di Grimm, si infiltra frontalmente, così da scivolare indietro fino a tornare là dove si trovava prima, sfidando anche il gel o qualsiasi altra cosa ci abbia messo su. Si lascia stringere maggiormente, e per un attimo il respiro viene anche a mancargli. Non risponde alla sua domanda vocalmente, si limita ad annuire con il capo. Udendo poi la nuova canzone che viene messa su, e riconoscendone la melodia, spalanca la bocca come avesse sentito la cosa più bella, gettando il capo indietro ed inarcando appena la schiena, per svuotare la testolina arancione a destra e sinistra, ed aumentando il movimento del proprio corpo.

     
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    Complice l'alcool, la musica, il frastuono, la confusione, le luci. Tutto va a favore di un Grimmjow preso, completamente, dall'altro. Assorbito, catturato, lo trova addirittura più bello del solito, se possibile. Perché lo sa, sa di avere un debole per lui. Lo sa da quando non l'ha ucciso. Sa che gli va dietro in attesa di essere guardato da quegli occhi, sa che pende dalle sue labbra, è un burattino tra le sue mani. Ma ora.. ora non gli dispiace esserlo, ora che si aggrappano l'uno all'altro. Ora che riesce a percepire la sua vita sotto alla propria pelle. Ora che lo vede sbilanciarsi e avere più confidenza per contatti maggiori e diversi, più caldi e attenti. < Da quando la gente ti guarda come ti guardo io. > e non si mette a specificare com'è che lo guarda, lui, no. Okay brillo, ma mica completamente fuso, eh. Si lascia accarezzare i capelli, gettando anche appena la testa all'indietro per far in modo che quel contatto non muoia subito poi nota il cambiamento della musica e con essa anche quello del ragazzo tra le proprie braccia. Sorride, seguendo i suoi movimenti nel ballare e lo sorregge quando arcua la schiena per reclinare il capo. Non è che se lo fa ripetere, si china su di lui e gli bacerebbe la gola, lasciando una scoa di baci delicati verso il basso, fino all'attaccatura del petto, continuando a muoversi a ritmo per non perdere la sincronia con quella piccola peste arancione. Sorride sulla sua pelle, affascinato dal modo in cui l'altro si sta lasciando andare. E ne vuole di più, è questo il problema serio, ne vuole molto di più. Ma la notte è giovane, no? E prima che arrivi il mattino passerà un po'.

     
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  10. rin •
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    la notte è giovane e di tempo ne deve passare ancora, è vero. Dopotutto dovrebbe riconsiderare l'idea su questo 'appuntamento', non ha fatto proprio male ad andarci. Ci ha messo anche del tempo a scegliere cosa mettersi eh, da bravA donnina quale in teoria non dovrebbe essere. Non lo ammetterebbe mai, ma ci è stato per un'ora buona a cambiarsi e ricambiarsi, di nascosto, cercando la combinazione che più gli andava a genio in quell'istante. Ringraziamo il volantino che Grimm ha trovato, potremmo quasi venerarlo. La voce dell'altro, così come i suoi occhi, lo raggiungono e ciò di ripercuote su quel corpicino sotto forma di brivido, un brivido che gli raggela per un istante soltanto i bollenti spiriti, prima di scomparire e lasciare di nuovo lo spazio a loro, più accentuati. Un sorriso si dipinge su quel volto, un sorriso malizioso che probabilmente l'altro non ha mai visto prima. Non gli risponde, non ora, troppo impegnato a lasciarsi trasportare dalla musica e dalle sensazioni che lui gli procura. Rimane con il capo gettato indietro muovendosi addosso a lui, rimanendo in sintonia. Poi ecco quelle dannate labbra che lo fanno cedere. Le mani si sciolgono di nuovo, la mancina rimane appesa per mantenersi comunque in piedi, mentre la destra scivola dal basso per artigliare quei ciuffi azzurri, ancora. Ci mette su anche più forza del dovuto, come se improvvisamente volesse dirgli di non smettere. Non sa chi sia intorno a loro, non sa se qualcuno si sia soffermato ad osservarli, e seppure fosse al momento non gli interessa minimamente.

     
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